L’IMBARAZZO DI ESSERE FOTOGRAFATI

L’imbarazzo davanti alla fotocamera è uno stato comune a molti, ma con il metodo giusto...

A meno che tu non sia nella moda o nello spettacolo, due mondi pieni di luci, flash, palcoscenici, passerelle e set fotografici, l’imbarazzo di essere fotografati è qualcosa di estremamente comune.
Pur sembrando un controsenso io stesso il più delle volte, quando mi trovo dall’altra parte mi sento rigido ed impacciato, questo poi si rispecchia immancabilmente nel risultato finale dove le mie goffe posture si mostrano orgogliose nelle foto.
E se mi dirai che la presenza costante del fotografo, durante il giorno del tuo matrimonio, potrebbe metterti a disagio credimi ti capirò benissimo; anche io lo sarei se avessi l’obiettivo di uno sconosciuto puntato addosso tutto il giorno.

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Ma se questo succede, c’è un però. Anzi, due.
Però #1: è quasi sempre colpa del fotografo.
Però #2: si può risolvere (…e no, non avere il fotografo al proprio matrimonio non è la soluzione corretta).

Come dicevo, durante il matrimonio l’imbarazzo di essere fotografati sentendosi costantemente “sotto tiro” del fotografo può essere alla lunga un problema.
La giornata stressante, le grandi aspettative degli invitati, l’ansia di venire bene nelle foto, finiscono molto spesso per impedirti di godere appieno dei momenti magici e unici di quel giorno con naturalezza e serenità.
Se poi il tuo fotografo si rivela ben più invadente di quel “non ti preoccupare ci pensiamo noi…” che ti ha detto per tranquillizzarti e te lo trovi spuntare da tutte le parti standoti addosso, facendo da regista tutto il giorno, monopolizzando l’attenzione, guidandoti come una marionetta, portandoti a rifare mille volte le cose perchè tutto deve venire come lui vuole…ecco quello non sarà più un problema, sarà un grande problema perchè il tuo disagio e il tuo imbarazzo aumenteranno in modo esponenziale, così come lo stress.

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A meno che tu non abbia scelto volutamente una figura del genere (ci sta eh, intendiamoci; l’hai scelto con consapevolezza…), il fotografo per come la vedo io, dovrebbe avere un profilo molto basso: una presenza costante ma discreta e non invadente, quasi un punto di riferimento; che sa esattamente quando è il momento di manifestarsi e guidarti in modo sicuro ma tranquillo attraverso e nei vari momenti che scandiscono la giornata, soprattutto in quelli più stressanti.
Sarà la sua bravura nel fare questo che ti aiuterà a vincere l’ibarazzo di essere fotografati e dimenticarti di lui, a non pensare più ai risultati delle foto e a vivere serenamente, senza disagio o imbarazzo non solo un singolo momento del servizio fotografico, ma l’intera giornata.

Ma non è facile, perché questo risultato non arriva in automatico o con l’auto-suggestione credendoci tantissimo.
Per arrivare ad un livello di empatia e fiducia, tale da sciogliere ogni possibile imbarazzo nei confronti del fotografo e della sua fotocamera, bisogna lavorare molto bene prima della data del matrimonio (si esatto, il giorno del matrimonio non è il momento ideale per creare fiducia ed empatia…) e sta al fotografo iniziare questo percorso, grazie al suo metodo di lavoro, ad esempio; metodo che deve essere in grado di mettere le basi per costruire quella confidenza che ti permetterà di essere perfettamente a tuo agio, di fidarti prima, di affidarti poi.
E lo deve fare sfruttando, ad esempio, tutto il periodo precedente la data del matrimonio (come fa B|YOU); cioè quel periodo di tempo che generalmente tutti i fotografi lasciano vuoto e dormiente fino al giorno del matrimonio dove fanno poi i brillanti e i padroni della situazione, cercando di creare tutta l’empatia che è mancata fino a quel momento ma dove in realtà, a malapena sanno il tuo nome.

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Quando stai per scegliere il fotografo ponigli tutte le domande possibili per capire se ha un metodo di lavoro e che risultati produce, ma soprattutto non farti vincere dalla timidezza: parlagli apertamente di tutte quelle cose che ti fanno o che potrebbero farti sentire a disagio rispetto al suo ruolo e di come immagini il servizio fotografico, di come vorresti viverlo e di cosa potrebbe darti fastidio o al contrario di cosa potrebbe piacerti o coinvolgerti maggiormente.

Scegliere con consapevolezza (in questo caso leggi: testa e cuore) è l’unica strategia vincente e ti mette al riparo dall’elefante nella cristalleria (dove il tuo matrimonio è la cristalleria e il fotografo l’elefante).

 

Se stai pensando di sposarti o se già hai iniziato ad organizzare il tuo matrimonio e vuoi scoprire come posso farti vivere il tuo servizio fotografico ideale, lontano da ogni imbarazzo, stress e ritardi, contattami subito ed inizia a raccontarmi le tue idee per il grande giorno.

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